Intervista a Francesco Santaniello
Formazione alla sicurezza e alla prevenzione
di Anna Basile
Uno dei miei desideri più grandi sarebbe quello di poter svolgere un lavoro al servizio degli ideali alti, della giustizia, della sicurezza, della patria. Oggi vi racconto la storia di un mio amico, Francesco, che a soli 24 anni fa un lavoro così. Grazie all'attività di famiglia, attualmente è un giovane imprenditore nel campo edilizio, ma non solo. E' un datore di lavoro modello. L'intervista che ha concesso permette, anche a me, inizialmente nel mio blog e ora con questo articolo, di contribuire a far conoscere le dinamiche articolate attorno al delicato problema della sicurezza preventiva nei luoghi di lavoro. Il legislatore con il d.lgs 81/2008 ha emanato un Testo Unico in materia e Francesco ci aiuterà a capire di cosa si tratta.
Descriveresti il tuo lavoro?
Oltre all'attività di famiglia nel campo edile, ho aperto un centro di formazione per la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro. L'art.3 del Testo Unico dispone che per tutti i settori di attività, pubblici o privati, e a tutte le tipologie di rischio (alto, medio, basso) siano rese note le procedure e la formazione preventiva in materia di sicurezza e salute. Io propongo un check-up gratuito all'azienda ed in seguito la formazione al datore di lavoro ed ai suoi dipendenti, secondo il dettato normativo.
La sicurezza rientra tra gli obblighi del datore di lavoro, quelli con cui ti sei interfacciato conoscono l'obbligatorietà della formazione preventiva o ne hanno sentito parlare da te per la prima volta?
Le imprese edili o di impiantistica ne sono a conoscenza per due motivi: hanno un rischio più elevato e sono soggette a controlli più capillari da parte dell'Ispettorato del Lavoro. Le altre tipologie di imprese, piccole o medie, che ho incontrato, ne erano completamente all'oscuro, erroneamente convinte che la materia non le riguardasse.
Da quanto tempo svolgi questa attività?
Marzo 2015.
Come hai acquisito le competenze necessarie?
Nel 2010, in qualità di imprenditore, sono stato sottoposto a controlli dall'Ispettorato del Lavoro e pur essendo in possesso degli attestati di formazione obbligatori secondo il d.lgs 81/2008, scoprirono che io un corso non lo avevo mai seguito. L'Ispettorato nonostante dovette sanzionarmi, fu comprensivo nei miei riguardi, mi spronò a fare una scelta di vita. Io, giovane, potevo uniformarmi ad un sistema che non tiene in considerazione la tutela del lavoratore o potevo essere diverso. Io ho scelto la strada giusta. Ho realmente seguito il corso di formazione da R.S.P.P. (Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione) come datore di lavoro della mia impresa e così ho regolarizzato la mia situazione personale. Poi, affascinato dalla materia e desideroso di condividere le preziose competenze, che avevo acquisito, con i miei colleghi imprenditori, ho seguito vari corsi presso DEAform. Nell'arco di tre anni ho ottenuto i requisiti necessari per essere formatore per la salute e sicurezza preventiva e l'abilitazione al rilascio di attestati nei vari settori lavorativi. Da marzo ho un centro di Formazione Autorizzato e.da.fo.s., ente ispirato al principio della salvaguardia concreta nei luoghi di lavoro.
Con chi svolgi questo lavoro?
Attualmente da solo, ma mi avvalgo di docenti esterni per lo svolgimento di alcuni corsi, e della partnership di professionisti e società che mi permettono di offrire, oltre alla formazione, la sorveglianza sanitaria e le visite mediche; le autorizzazioni ambientali; le procedure di autocontrollo basati sui principi del sistema H.A.C.C.P.; verifiche periodiche agli impianti; le certificazioni di controllo qualità e l'analisi del materiale di risulta (verifica dei rifiuti prima di essere smaltiti nelle discariche).
Come hai contattato i tuoi clienti?
Ho fatto pubblicità alla mia attività con manifesti e quindi sono stati alcuni imprenditori a contattarmi direttamente, in altri casi mi sono proposto personalmente all'azienda.
Che riscontro hai avuto?
Alcuni mi hanno chiesto il rilascio dell'attestato senza fare formazione, ovviamente li ho inviati altrove. Altri si sono dimostrati sensibili alla problematica della sicurezza ed hanno voluto seguire il corso con profitto. Altri ancora, soprattutto nell'attività a basso rischio, continuano ad essere convinti che la normativa non li riguardi.
Da quanto hai raccontato finora si evince che ci sono professionisti che rilasciano attestati senza l'effettivo svolgimento del corso...
Il vero problema è che c'è scarsa attenzione al valore alto della salute e della sicurezza. Spesso, anche chi segue realmente il corso, lo fa come semplice adempimento burocratico. Il mio obiettivo è quello di promuovere una “cultura” della prevenzione. Per prevenire gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali è indispensabile che i soggetti interessati conoscano i rischi a cui possono andare incontro e le necessarie protezioni collettive e individuali.
Quali sono le motivazioni che spingono un imprenditore a "comprare" l'attestato senza la fruizione del corso?
Il corso dei lavoratori e dei loro rappresentanti, per legge, deve essere svolto durante l'orario lavorativo. Talvolta la sete di profitto impedisce che l'impiego di ore, atte alla produzione, sia rivolto ad altre attività, seppur fondamentali per la tutela del lavoratore. Ovviamente al risparmio di tempo si coniuga un risparmio economico.
Il corso si rivolge solo al datore o anche ai lavoratori?
Al datore in primis, che di regola, se non delega un suo sottoposto, è Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (R.S.P.P.); ma anche ai dipendenti, per i quali viene svolto un corso generale ed uno specifico a seconda del rischio. Per gli addetti alla gestione delle emergenze, primo soccorso e casi d'incendio, è prevista una formazione specializzata sia teorica che pratica.
Il lavoratore dipendente come si approccia al corso?
Nonostante tutti riconoscano la fondamentale tutela che ne derivi, quelli, con più esperienza ed anni, pensano di non aver nulla da imparare sul loro mestiere. Soprattutto da un giovane.
Cosa vorresti dire ai nostri lettori?
Innanzitutto vorrei dir loro che in questo Paese, se rispettiamo le regole, le cose funzionano. In secondo luogo spero di essere riuscito a trasmettere a tutti - datori, dipendenti e utenti - il fervore ideologico per la tutela della salute e della sicurezza. I datori dovrebbero essere persuasi che la risorsa più importante di cui dispongono sono i dipendenti e quindi devono attivarsi per proteggerli. I lavoratori dovrebbero sentir forte la voglia di imparare a salvaguardare se stessi. I lettori o i semplici cittadini dovrebbero porre attenzione alla questione perché la salute è un bene universale, un valore costituzionale. Ciascuno sia responsabile per sé e per gli altri.